Storia
Collelongo
La letteratura latina vuole che le colonie della Magna Grecia, nel meridione d'Italia generarono "i Marsi e la gioventù sabellica, i Liguri assuefatti al travaglio, i Volsci armati di spiedi, i Deci, i Mario e i grandi Camilli, gli Scipioni, forti in guerra, e te, o grandissimo Cesare, che ora vincitore nelle estreme plaghe dell'Asia tieni lontano dalle fortezze romane l'Indo".
Dopo il 350 a.C. Roma era una vera potenza militare e politica, naturalmente portata ad espandersi e ad essere contrastata.
Difatti, venne subito a contatto con due dei popoli più forti, che le intralciarono il cammino: a Nord gli Etruschi e a Est i Sanniti.
Le popolazioni Italiche si riunirono in un’assemblea per discutere su come reagire alle prepotenze di Roma, e chiedevano la cittadinanza e parità di diritti; la classe senatoria, arroccata nei suoi privilegi, continuava tuttavia a ignorare queste giuste rivendicazioni. A questa assemblea vi parteciparono Marsi, Peligni, Marrucini, Vestini, Piceni, Sanniti, delegati dalla Lucania e dall'Apulia.
I Vestini di Pinna, odierna Penne, la maggioranza degli Irpini, Nola e Nocera in Campania, le città greche di Napoli e Reggio parteggiarono per Roma.
Tuttavia gli Italici fecero un ultimo tentativo di conciliazione, chiedendo nuovamente a Roma la cittadinanza.
Di fronte all'ennesima risposta negativa, decisero di proclamare il nuovo Stato federale, con capitale Corfinium(oggi in provincia dell’Aquila), che fu denominata Italica: è questa la prima volta nella storia che il nome Italia compare ufficialmente. Creando una struttura politica simile a quella di Roma, coniarono monete, crearono un forte esercito.
Furono eletti due consoli, il marso Pompedio Silone ed il sannita Papio Mutilo, dodici pretori, nonché un Senato di 500 membri, e si coniarono monete con il nome del nuovo stato.
Iniziò cosi la battaglia tra Roma e i Sanniti uniti nella coalizione. Fu una lotta dura e lunga, che si protrasse ancora per 50 anni, fino al 290 a.C.. I Marsi furono alleati dei Sanniti, e, trovandosi essi in mezzo tra il Sannio e il territorio dei Latini già conquistato dai Romani.
I Marsi si difesero in modo strenuo e già da allora si acquistarono la fama di guerrieri forti e coraggiosi, come in seguito li descriverà e li tramanderà concorde tutta la letteratura latina.
Alcuni sostengono che la lega italica aveva come capitale Corfinium, oggi in provincia dell’Aquila, altri invece Milionia come capitale della coalizione, infatti sorgeva nei luoghi attualmente denominati Casei, Rivoli e Colle Cavallo, ed era, dal punto di vista strategico, una fortezza di capitale importanza per i Marsi e per gli alleati Sanniti: infatti, essa, per essere posta sui monti circostanti le rive dei lago Fucino dal lato Sud - Est, era un passaggio obbligato per accedere alle località settentrionali dei Sannio e poteva agevolmente contrastare i valichi di Forca Caruso e Carrito - Cocullo, uniche vie accessibili per raggiungere da Roma i Peligni ed i Subequani.
I Marsi ottennero molti successi: Asculum, Firmum, Carseoli, Alba Fucens, Amiternum.
Nel 90 a.C. Gaio Mario, nativo di Arpinum e quindi sabello, divenne comandante in capo e ottenne delle vittorie nella valle del Liri, forse con l’aiuto di Silla.
Egli aveva capito che doveva combattere in territori più favorevoli al suo esercito poco esperto.
La guerra divampò, con fasi alterne, specie in Abruzzo e Campania; molti gli scontri, migliaia i caduti da ambo le parti.
Verso la fine del 90, il console Lucio Cesare fece votare in Senato la "Lex Iulia de civitate", che concedeva la piena cittadinanza alle comunità latine ed italiane rimaste fedeli.
All'inizio dell'anno 89 la nuova "Lex Plautia Papiria", proposta dai tribuni Plusio Silvano e Papirio Carbone, allargò i nuovi benefici a tutti i latini e agli Italici.
Le riforme impiegarono molto tempo ad attuarsi pienamente.