La Messa dei Fanciulli

“Allora gli furono portati dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li sgridavano. Gesù, però, disse loro: “Lasciate che i bambini vengano a me, perché di questi è il regno dei cieli”. E dopo aver imposto loro le mani, se ne partì” (Mt 19,13-15).

Non siamo noi, con le nostre iniziative a portare i bambini al Signore, ma dobbiamo, invece, conformarci alla sua volontà che li vuole presso di sé per celebrare la festa della Gioia. Il bambino si trova spesso dinanzi a problemi più grandi di lui. In una società fatta per soli adulti, il bambino non trova posto, e anche laddove si adottano iniziative a suo favore, egli difficilmente le comprende dal momento che viene utilizzato un linguaggio spesso astruso e non alla sua portata. L’adulto, infatti, tende sempre ad allontanare il bambino perché “non capisce”. Questo atteggiamento si è riflesso anche nella liturgia per molto tempo. Il problema della partecipazione dei fanciulli ai Divini Misteri, si è manifestato già prima del Vaticano II, per l’azione svolta dal Movimento liturgico. Vennero alla luce numerosi tentativi per favorire la partecipazione dei bambini alla S. Messa compresi i tentativi di una traduzione simultanea della Divina Liturgia in lingua corrente. La riforma liturgica ha preso coscienza di questa realtà e, nel 1973, è stato pubblicato dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino il Direttorio per le Messe con la partecipazione dei fanciulli. Il passo successivo è stata la pubblicazione in lingua italiana del messale dei fanciulli dal titolo: “La Messa dei fanciulli ” e del “Lezionario per la Messa dei Fanciulli ”. Anche nella liturgia è stato realizzato ciò che Gesù faceva quando abbracciava i fanciulli, li benediceva li prendeva come esempio per gli adulti: “Tutto ciò che avrete fatto ad uno di questi piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25.40). e ancora: “Chi non accoglie il regno di Dio come un bambino, non entrerà in esso” (Mc 10,15).

Suggerimenti per la Messa dei Fanciulli

Ciascuno di noi, durante il corso della vita, dall’infanzia all’età adulta, è stato nutrito con cibi liquidi o solidi. Ai fanciulli si deve presentare un “cibo” liturgico adeguato. La caratteristica che si riscontra in tutto il Messale è quella del linguaggio usato: si usano espressioni come: “Amore del Padre”, “amicizia di Gesù”, del “Padre buono” ecc. linguaggio accolto per la semplicità e nello stesso tempo ricco.

Una Proposta

Questi suggerimenti scaturiscono da una attenta riflessione sul “Direttorio…” e dalla sperimentazione di tanti anni in Oratorio.
Accoglienza. All’orario stabilito, circa mezz’ora prima dell’inizio della S. Messa, i ragazzi vengono accolti gioiosamente dai catechisti e dagli animatori ed intrattenuti con giochi comunitari, canti ecc.
Ingresso in chiesa. Per gruppi vengono accompagnati nel luogo della celebrazione ed invitati ad un breve momento di preghiera, se è presente il luogo della custodia del SS. Sacramento, si fermano per il saluto.

Riti D’Ingresso

Ingresso del presidente e dei ministri. Il canto d’ingresso avrà le caratteristiche del tempo liturgico che si celebra e comunque con un tono gioioso e adatto ad accogliere il dono dello Spirito Santo che costituisce l’assemblea celebrante.
Saluto. Il segno della croce ed il saluto del presbitero sono seguiti da qualche esortazione a celebrare festosamente il Giorno del Signore per fare la sua volontà di amore.
Atto penitenziale. La richiesta di perdono viene presentata per le mancanze dei presenti e anche a nome degli “amici assenti”. Nel tempo pasquale, per la caratteristica particolare del tempo liturgico, potrà essere abolito o sostituito con il ricordo del Battesimo e l’aspersione con l’acqua benedetta nella Veglia Pasquale. Vengono proposte diverse formule per la richiesta di perdono ed altre vengono lasciate alla creatività del presidente e di coloro che sono impegnate all’animazione della celebrazione. L’assoluzione comunitaria è stata ritoccata e resa più esplicita la sua azione come “sacramentale”: Dio, Padre buono, che ci perdona sempre, quando siamo pentiti di vero cuore…
Gloria. Il canto del Gloria, quando è prescritto, potrà essere cantato o anche recitato a cori alterni per superare una possibile monotonia.
Colletta. Il presidente dell’assemblea, a nome di tutti, presenta al Signore la preghiera “Colletta”, che ha lo scopo di unire i cuori in uno. Il Messale ne propone alcune, ma dice chiaramente che il Presbitero deve prepararle tenendo presente il tempo liturgico e l’assemblea alla quale si rivolge.

Liturgia della Parola

La mensa della Parola viene imbandita. “io Fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come a uomini spirituali, ma come ad essere carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato latte da bere, ma non nutrimento solido, perché non eravate capaci (1Cor 3,1-2). Dobbiamo poter ragionare con il criterio di S.Paolo. Non si deve presentare ai ragazzi una lunga serie di letture bibliche per non confonderli troppo, volte, se si ritiene siano troppo difficili i brani proposti dal lezionario se ne possono scegliere altre. D’altra parte non deve mai mancare la proclamazione dell’Evangelo o cadere nel minimismo leggendo il solo brano evangelico.
Omelia. Il presbitero deve esercitare tutti i carismi di semplicità, discernimento, sapienza, attenzione, ecc. Compito abbastanza arduo per coloro che non sono quotidianamente a contatto con i bambini. Ancor di più per coloro che non hanno “un cuore di bambino”. Se il presidente dell’assemblea non possiede le capacità espressive richieste per comunicare ai bambini, un laico ben preparato e dotato dei doni di Dio necessari, potrebbe prendere la parola ( non c’è bisogno di dire che questo deve essere concordato anticipatamente col parroco).
Professione di fede. Potrà essere professata sia con il Simbolo Niceno-Costantinopolitano che col Simbolo Apostolico. Potranno essere proposti dal solo presidente gli articoli della fede ai quali l’assemblea dà il suo assenso con una espressione del tipo: Credo, Credo Signore, Amen, ecc…
Preghiera universale. La spontaneità e la libertà dei figli di Dio si manifesta in modo particolare attraverso la preghiera dei fedeli. “Nella preghiera dei fedeli il popolo, esercitando la sua funzione sacerdotale, prega per tutti gli uomini” È una preghiera di supplica o richiesta. Non devono mai mancare le preghiere per la Chiesa, per i governanti e la salvezza del mondo, per quelli che si trovano in situazioni difficili o penose e per la comunità locale.

Liturgia Eucaristica

Processione offertoriale. La Liturgia Eucaristica ha inizio con la presentazione delle offerte, i bambini possono presentare i doni all’altare mentre si esegue un canto. Oltre al pane, al vino e all’acqua, necessari per la celebrazione, possono essere presentati i doni per i poveri. Non deve diventare una sfilata di cose che con la celebrazione non hanno nulla a che fare…

Preghiera Eucaristica

La novità più rilevante che troviamo nel messale sono le Preghiere Eucaristiche, ad uso esclusivio per le Messe dei Fanciulli. Oltre i contenuti espressi con linguaggio molto semplice, sono ricche di acclamazioni per favorire la partecipazione dei fanciulli ed interrompere il “monologo del presbitero presidente”.

Uffici e Ministeri

Poniamo ora l’accento sui compiti e ministeri da affidare nella celebrazione; sono veri e propri ministeri liturgici quelli che si affidano ai fanciulli, catechisti, genitori ecc.: preparare il luogo della celebrazione, l’altare, i fiori…, predisporre il necessario per la celebrazione, presentare il pane ed il vino, accogliere i ragazzi all’ingresso della chiesa (specie i ritardatari) e proclamare la Parola di Dio. Esercitare questi ministeri non è soltanto fare qualche cosa per aumentare l’attenzione e la partecipazione o per fare qualche cosa di nuovo. Attraverso una ministerialità vissuta e partecipata si entra nel “Mistero”. Il fanciullo, come l’adulto, adora Dio (Padre buono e pieno d’amore) in spirito e verità, rivestito della ministerialità del Cristo fin dal Battesimo in forza della partecipazione al suo sacerdozio regale e profetico. Nell’esercizio della ministerialità si esprime la vitalità e la creatività dello Spirito Santo nei fanciulli ed in tutta l’assemblea celebrante. Un ruolo importante, in questo contesto, lo svolgono i catechisti ed i genitori dei ragazzi che, assistiti dallo spirito di discernimento, non devono mai far decadere la solennità e la dignità della celebrazione nella banalità. In tutta la celebrazione si devono sempre dividere i vari compiti far il maggior numero di partecipanti: è, infatti, l’intera comunità che celebra l’Eucaristia. A disposizione della celebrazione, inoltre, deve essere dato tutto il tempo necessario al suo conveniente svolgimento senza omissioni o frettolose restrizioni. La fretta è nemica dello Spirito. I ragazzi, educati a celebrare, accusano molto meno la stanchezza di quanto invece può accadere in celebrazioni frettolose o stereotipate. Per quanto riguarda la proclamazione della Parola di Dio, si sconsiglia di far leggere i bambini . Essi non hanno acquisito la proprietà di linguaggio necessaria, un’appropriata dizione, e la stessa comprensione del brano. Il lettore deve aver completato tutto il cammino della Iniziazione Cristiana, è annunziatore e profeta e, quando egli proclama la Parola, essa diviene, per azione dello Spirito, operante, “viva ed efficace e più tagliente d’ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4,12). Anche i canti devono essere “spirituali”, profetici, collegati con il tempo liturgico e la parola proclamata. È bene che i bambini ed i ragazzi siano impegnati nel suono degli strumenti musicali. Un tempo adeguato deve essere lasciato dopo la comunione, il Signore Risorto effonde il suo Spirito. Il silenzio assume una grande importanza, il Signore parla al cuore dei fanciulli ed essi rispondono con la riflessione e con la lode. Quando, a conclusione della celebrazione, vedremo i volti dei ragazzi, ringrazieremo Dio perché sono volti di ragazzi risorti e pieni di gioia per la grazia del Signore accolta nello Spirito a lode di Dio Padre onnipotente.