FRANCESCO SANSONE

Scultore

Nato a Collelongo il 27 novembre 1903 e deceduto a Roma il 22 maggio 1992


Figlio di contadini, dopo aver frequentato in paese le prime tre classi delle scuole elementari le sole, in quel tempo, istituite a Collelongo, andò con i genitori a coltivare i campi. A sedici anni una caduta da cavallo gli procurò la frattura del femore sinistro, mal ricomposta, per questo, Francesco rimase zoppo per tutta la vita.

Costretto a camminare con le stampelle e poi sempre con l’aiuto di un bastone, egli trascorse l’inutile tempo, tirando di mazza e di scalpello sulle pietre che trovava abbondanti nei pressi della sua abitazione ricavandone busti di persone e scene in bassorilievo. Il medico del paese, intuito l’ingegno del giovane esortò il padre ad inviarlo a Roma per apprendere l‘arte della scultura da maestri qualificati. Nella Capitale il giovane fu ospitato da parenti collelonghesi.

L’incontro occasionale con lo scultore Ermenegildo Luppi, lo portò nella Bottega d’arte di tale artista che rimase meravigliato perché Francesco scolpiva direttamente su pietra senza aver precedentemente realizzato modelli in cera o in gesso.

Essendo divenuto già noto per la sua perizia, il gerarca fascista Renato Ricci, gli affidò incarico di scolpire le statue del Foro Italico, le quali pervenivano da Carrara appena sbozzate. Successivamente il Nostro mise su la sua Bottega d’arte nell’antica e sconsacrata Chiesa di “Sancta Maria in Tempulo”, alla Passeggiata Archeologica, proprio di fronte alle Terme di Caracalla, e lì Sansone ha lavorato dal 1941 fino alla sua morte.

Egli ha prodotto per committenti privati e per organizzazioni religiose e le sue opere sono sparse un po’ in tutto il mondo.
La realizzazione del busto di Papa Giovanni XXIII ebbe esplicite lodi del Papa stesso, il quale, notò lo successivamente Sansone: «quantunque fosse compaesano del celebre Manzù, non accennò a lui durante il tempo in cui si intrattenne con me».
La Bottega del Sansone fu frequentata da diplomatici e dignitari di molti Stati e persino lo Scià di Persia gli commissionò un monumento ora situato in una piazza di Teheran; un busto del Cardinale Leone Marsicano (detto ”Cardinale Ostiense”) si trova in una Chiesa romana; sempre a Roma, nel Pantheon, è stato posto il busto di Papa Bonifacio IV (originario della Marsica) che trasformò il tempio pagano in Chiesa cristiana; altri lavori sono in una Casa Francescana in Brasile ecc.

Assieme alla cultura artistica, nei lunghi anni trascorsi a Roma, prima da solo e con la famiglia che intanto si era formata, il Sansone assorbì da autodidatta, cultura generale e classica, divenendo un profondo conoscitore d’arte e di letteratura, di cui volentieri discuteva con fervore di polemista agguerrito secondo il suo carattere passionale e impetuoso.

Il Sansone ha continuato per tutta la vita a frequentare le persone e l’ambiente del suo paese montano, dove trascorreva tutte le estati, patrocinando il ripristino della “Fonte Vecchia” e della Chiesa alto-medioevale della Madonna al Monte (Sancta Maria Gratiarum); insistendo perché fosse ripristinata la vecchia Chiesa di San Rocco (come ora è avvenuto) e rialzata a livello originario la Torre baronale.

I familiari hanno donato alla Chiesa parrocchiale le formelle di una bellissima Via Crucis, ora realizzata in bronzo, e al Comune alcuni modelli di statue in gesso di pregevole fattura per opere in bronzo e in marmo, realizzate dal Sansone per collezioni private.

L’Amministrazione Comunale nel 1996 ha intitolato all’autorevole personaggio una strada del paese.







Francesco Sansone nel suo laboratorio nell'antica chiesa di "Sancta Maria in Tempulo"