Via Lucis
Nel luogo dove si intende celebrare la Via Lucis si preparano il cero
pasquale acceso, l’Evangeliario aperto sui racconti della resurrezione,
una composizione di fiori, simbolo della vita. Tra una tappa e l’altra
si può eseguire un canto, mentre si procede processionalmente portando
il cero pasquale acceso. Dopo l’annuncio del titolo della tappa
si può proclamare o cantare la seguente acclamazione:
C. Ti adoriamo, Gesù risorto, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua Pasqua hai dato vita al mondo.
Prima della preghiera che conclude ogni tappa si può acclamare:
T. Rallegrati, Vergine Madre: Cristo è risorto. Alleluia!
Oppure, in forma responsoriale:
C. Esulta e rallegrati, Vergine Maria, alleluia!
T. Perché Cristo è veramente risorto, alleluia!
L’orazione che conclude ogni tappa può essere introdotta
dall’invito Preghiamo.
Riti introduttivi
Dopo le consuete formule di saluto, il celebrante introduce la Via Lucis
con queste parole o con altre simili.
La vita è un cammino incessante. In questo cammino noi non siamo
soli. Il Risorto ha promesso: «lo sono con voi tutti i giorni fino
alla fine del mondo». La vita deve essere un cammino di continua
risurrezione. Riscopriremo la risurrezione come fonte della pace, come
energetico della gioia, come stimolo alla novità della storia.
La sentiremo proclamata nel testo biblico e ampliata nell’attualizzazione
al nostro oggi, che è l’«oggi» di Dio.
Introduzione alla preghiera
Dopo la risurrezione, Gesù si è messo a camminare sulle
nostre strade. Contempliamo questo suo cammino in quattordici tappe: è
la Via lucis, itinerario simmetrico alla Via crucis. Le percorreremo.
Per ricordare le sue tappe. Per progettare le nostre. La vita cristiana
è infatti un testimoniare lui, Cristo risorto. Essere testimoni
del Risorto significa essere ogni giorno più gioiosi. Ogni giorno
più coraggiosi. Ogni giorno più operosi.
Preghiera
Effondi su di noi, o Padre, il tuo Spirito di luce, perché possiamo
penetrare il mistero della Pasqua del tuo Figlio, che segna il vero destino
dell’uomo. Donaci lo Spirito del Risorto e rendici capaci di amare.
Così saremo testimoni della sua Pasqua. Egli vive e regna nei secoli
dei secoli.
Prima tappa
GESÙ RISORGE DA MORTE
Lettura (Mt 28,1-7)
Commento
Accade spesso che piombi la notte sulla nostra vita: mancanza di lavoro,
di speranza, di pace…. Sono molti quelli che giacciono nella tomba
della violenza, dell’inerzia, delle depressioni, delle oppressioni,
delle delusioni. Spesso vivere è far finta di vivere. Ma quell’annuncio
risuona forte: «Non abbiate paura! Gesù è veramente
risorto». I credenti sono chiamati ad essere angeli, cioè
annunciatori credibili per tutti gli altri di questa straordinaria notizia.
Oggi non è più il tempo delle crociate: liberare il sepolcro
di Cristo. Oggi c’è urgenza di liberare ogni povero Cristo
dal suo sepolcro. Aiutare ogni persona a coniugare coraggio e speranza.
Preghiera
Gesù risorto, il mondo ha bisogno di ascoltare l’annuncio
sempre nuovo del tuo Vangelo. Suscita ancora donne che siano messaggere
entusiaste della radice della vita nuova: la tua Pasqua. Dona a tutti
i cristiani cuore nuovo e vita nuova. Fa’ che pensiamo come pensi
tu, fa’ che amiamo come ami tu, fa’ che progettiamo come progetti
tu, fa’ che serviamo come servi tu, che vivi e regni nei secoli
dei secoli.
Seconda tappa
I DISCEPOLI TROVANO IL SEPOLCRO VUOTO
Lettura (Gv 20,1-9).
Commento
La morte sembra dare scacco matto alla vita: la partita è finita.
Avanti altri. Maria di Magdala, Pietro e Giovanni fanno, per la prima
volta nella storia, la constatazione che Gesù ha dato morte alla
morte. Soltanto a questa condizione esplode la gioia. Gioire con la stessa
forza con cui i sigilli più resistenti sono saltati. Tutto vince
l’amore. Se credi nella vittoria del Risorto sull’invincibilità
della morte ultima e di tante morti penultime, ce la farai. Saprai salire
e farai salire. Insieme cantando l’inno alla vita.
Preghiera
Soltanto tu, Gesù risorto, ci porti alla gioia della vita. Soltanto
tu ci fai vedere una tomba svuotatasi dall’interno. Facci convinti
che, senza di te, la nostra potenza è impotente davanti alla morte.
Fa’ che ci fidiamo totalmente della onnipotenza dell’amore,
che vince la morte. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Terza tappa
IL RISORTO SI MANIFESTA ALLA MADDALENA
Lettura (Gv 20,11-18).
Commento
Come ha fatto Maria di Màgdala, si tratta di continuare a cercare
Dio anche nell’ora del dubbio, anche quando il sole scompare, quando
il cammino si fa arduo. E, come Maria di Màgdala, ti senti chiamare.
Egli pronuncia il nome, il tuo nome: ti senti toccato da Dio. Allora il
tuo cuore impazzisce di gioia: Gesù risorto è accanto a
te, col volto giovane di un trentenne martoriato. Il volto giovane di
uno vittorioso e vivente. Ti affida la consegna: «Va’, annuncia
che Cristo è vivo. E ci vuole vivi!». Lo dice a tutti, in
modo speciale alle donne, che riconoscono in Gesù colui che per
primo ha ridonato alla donna, umiliata per secoli, voce, dignità,
capacità di annunciare.
Preghiera
Gesù risorto, tu mi chiami perché mi ami. Nel mio spazio
quotidiano posso riconoscerti come ti riconobbe la Maddalena. Tu mi dici:
«Va’ e annuncia ai miei fratelli». Aiutami ad andare
per le strade del mondo, nella mia famiglia, nella scuola, nell’ufficio,
nella fabbrica, nei tanti ambiti del tempo libero, per assolvere alla
grande consegna che è l’annuncio della vita. Tu che vivi
e regni nei secoli dei secoli.
Quarta tappa
IL RISORTO SULLA STRADA DI EMMAUS
Lettura (Lc 24,13-19.25-27).
Commento
Gerusalemme - Emmaus: il cammino dei rassegnati. Coniugano il verbo sperare
al passato: «Speravamo». Ed è subito tristezza. Ed
ecco, viene lui: si affianca ai ghiacciai di tristezza, e poco a poco
i ghiacci si sciolgono. Il calore tallona il freddo, la luce il buio.
Il mondo ha bisogno dell’entusiasmo dei cristiani. Si può
fremere ed agitarsi per tante cose, ma ci si entusiasma soltanto se si
hanno certezze nella mente e tenerezza nel cuore. Il Risorto è
accanto a noi, pronto a spiegare che la vita ha un senso, che i dolori
non sono strazi di agonia ma le doglie di un parto d’amore, che
la vita vince sulla morte.
Preghiera
Resta con noi, Gesù risorto: la sera del dubbio e dell’ansia
preme sul cuore di ogni uomo. Resta con noi, Signore: e noi saremo in
tua compagnia, e questo ci basta. Resta con noi, Signore, perché
si fa sera. E facci testimoni della tua Pasqua. Tu che vivi e regni nei
secoli dei secoli.
Quinta tappa
IL RISORTO SI MANIFESTA ALLO SPEZZARE DEL PANE
Lettura (Lc 24,28-35).
Commento
Il bivio di Emmaus. Il buon cuore fa esclamare ai due: "Resta con
noi". E lo invitano alla loro mensa. E vedono sotto i loro occhi
trasformarsi la povera tavola di una piccola locanda nella grande tavola
dell’ultima Cena. Gli occhi bendati si aprono. E i due discepoli
trovano luce e forza per ripercorrere la strada verso Gerusalemme. Nella
misura in cui si accolgono i poveri di pane, i poveri di cuore, i poveri
di senso, ci si dispone a fare l’esperienza di Cristo. E a correre
sulle strade del mondo di oggi per annunciare a tutti la bella notizia
che il Crocifisso è vivo.
Preghiera
Gesù risorto: nell’ultima tua Cena prima della Passione
hai mostrato con la lavanda dei piedi il senso dell’Eucaristia.
Nella tua Cena di Risorto hai indicato nell’ospitalità una
via per la comunione con te. Signore della gloria, aiutaci a vivere le
nostre celebrazioni lavando i piedi stanchi degli ultimi, ospitando nel
cuore e nelle case i bisognosi di oggi. Tu che vivi e regni nei secoli
dei secoli.
Sesta tappa
IL RISORTO SI MOSTRA VIVO Al DISCEPOLI
Lettura (Lc 24,36- 43).
Commento
La paura del fantasma, il pregiudizio dell’impossibile impediscono
di accettare la realtà. E Gesù invita i suoi: «Toccatemi».
Ma essi sono ancora titubanti: è troppo bello per essere vero.
E Gesù risponde con la richiesta di mangiare con loro. La gioia
a questo punto esplode. L’incredibile si fa palpabile, il sogno
si fa segno. Allora è proprio vero? Allora non è proibito
sognare? Sognare che l’amore vince sull’odio, che la vita
vince la morte, che l’esperienza vince la diffidenza. È vero,
Cristo è vivo! La fede è vera, possiamo fidarci: è
il Risorto! Per conservare la freschezza della fede, occorre rinascere
ogni alba; occorre accettare la sfida di passare, come gli apostoli nel
cenacolo, dal terrore alla sicurezza, dall’amore pauroso all’amore
coraggioso.
Preghiera
Gesù Risorto, donaci di trattarti come il Vivente. E liberaci
dai fantasmi che di te ci costruiamo. Rendici atti a presentarci come
tuoi segni, perché il mondo creda.
Settima tappa
IL RISORTO DÀ IL POTERE DI RIMETTERE I PECCATI
Lettura (Gv 20,19-23).
Commento
Il terrore chiude. L’amore apre. E l’amore entra anche a
porte chiuse. L’Amore risorto entra. Incoraggia. E dona. Offre il
suo soffio di vita, lo Spirito Santo, vita del Padre e del Figlio. Lo
offre non come una cassaforte da vigilare, ma come un’aria nuova
da comunicare. Aria nuova nel mondo; i peccati non sono rocce insuperabili.
Dunque è possibile ringiovanire. Il soffio dei Risorto è
oggi ricevuto nel sacramento della riconciliazione: «Sei nuova creatura;
va’ e porta aria nuova dovunque».
Preghiera
Vieni, o Spirito santo. Sii l’entusiasmo del Padre e del Figlio
in noi, che nuotiamo nella noia e nel buio. Spingici verso la giustizia
e la pace e sbloccaci dalle nostre capsule di morte. Soffia su queste
ossa inaridite e facci passare dal peccato alla grazia. Rendici donne
e uomini entusiasti, rendici esperti della Pasqua. Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Ottava tappa
IL RISORTO CONFERMA LA FEDE DI TOMMASO
Lettura (Gv 20,24-29).
Commento
Tommaso conserva dentro il cuore l’atroce dubbio: ma può
mai essere? Provvidenziali il suo dubbio e la sua ironia, perché
hanno curato preventivamente i nostri dubbi e le nostre facili ironie.
«Vieni qui, Tommaso, metti il tuo dito, stendi la tua mano».
Il dubbioso, ma onesto, si arrende e la luce dello Spirito fa il resto:
«Mio Signore, mio Dio!». La fede è scommettere sull’inconcepibile,
ben sapendo che Dio è totalmente altro. È accettare il mistero.
Che non significa rinunciare a ragionare, ma ragionare in alto e in avanti.
Fede è credere al sole quando si è nel buio, all’amore
quando si vive nell’odio. É salto sì, ma fra le braccia
di Dio. Con Cristo tutto è possibile. La ragione della vita è
la fede nel Dio della vita, la certezza che quando tutto crolla, lui non
viene meno.
Preghiera
O Gesù risorto, la fede non è facile, ma rende felici.
La fede è fidarsi di te nelle tenebre. La fede è affidarsi
a te nelle prove. Signore della vita, aumenta la nostra fede. Donaci la
fede, che ha radice nella tua Pasqua. Donaci la fiducia, che è
il fiore di questa Pasqua. Donaci la fedeltà, che è il frutto
di questa Pasqua. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Nona tappa
IL RISORTO SI INCONTRA CON I SUOI AL LAGO DI TIBERIADE
Lettura (Gv 21,1-9.13).
Commento
Il Risorto si incontra sui crocicchi del quotidiano: case, locande, strade,
lago. Si inserisce nelle pieghe dei drammi e delle speranze degli uomini
e vi porta un soffio di giovinezza moltiplicando i beni, soprattutto quando
pare che le speranze umane siano al capolinea. E i pesci straripano; e
il convito si può imbandire. Qui, presso il lago, si apprende la
nuova legge di vita: soltanto dividendo si moltiplica. Per moltiplicare
i beni bisogna saperli condividere. Per capitalizzare veramente bisogna
solidarizzare pienamente. Quando io ho fame è un problema personale,
quando l’altro ha fame è un problema morale. Cristo ha fame
in più della metà del genere umano. Credere in Cristo è
diventare capaci di far risorgere chi è ancora nella tomba.
Preghiera
Gesù Risorto, apparendo risorto per quaranta giorni, non ti sei
mostrato il Dio vittorioso tra fulgori e con tuoni, ma il Dio semplice
dell’ordinario, che ama celebrare la Pasqua anche sulla riva di
un lago. Tu siedi alle nostre mense di uomini sazi ma vuoti. Siedi alle
mense degli uomini poveri che hanno ancora speranza. Facci testimoni della
tua Pasqua nel quotidiano. E il mondo che tu ami sarà modellato
sulla tua Pasqua. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Decima tappa
IL RISORTO CONFERISCE IL PRIMATO A PIETRO
Lettura (Gv 21, 15-17)
Commento
«Simone di Giovanni, mi ami tu?». É quasi un Cantico
dei cantici del Nuovo Testamento. Per tre volte il Risorto domanda a Pietro:
«Mi ami?». Il Cristo è lo sposo dell’umanità
nuova. Infatti con la sposa condivide tutto: il Padre suo, il Regno, la
Madre, il corpo e il sangue nell’Eucaristia. Come Pietro, anche
noi siamo convocati, chiamati per nome. «Mi ami tu?». E noi,
come Pietro che per tre volte lo aveva tradito, ci sentiamo intimoriti
nel rispondergli. Ma con lui, con il coraggio che ci viene dallo Spirito
suo, gli diciamo: «Tu sai tutto, tu sai che ti amo». Amare
significa vedere l’altro come Dio lo ha ideato, e donarsi, donarsi
sempre.
Preghiera
Noi ti ringraziamo, Gesù risorto, per il dono della Chiesa, fondata
sulla fede e sull’amore di Pietro. Ogni giorno tu interpelli anche
noi: «Mi ami tu più di costoro?». A noi, con Pietro
e sotto Pietro, affidi la costruzione del tuo Regno. E noi ci affidiamo
a te. Persuadici, Maestro e datore di vita, che soltanto se amiamo saremo
pietre vive nell’edificare la Chiesa; e soltanto con il nostro sacrificio
la faremo crescere nella tua verità e nella tua pace. Tu che vivi
e regni nei secoli dei secoli.
Undicesima tappa
IL RISORTO AFFIDA AI DISCEPOLI LA MISSIONE UNIVERSALE
Lettura (Mt 28, 16-20)
Commento
Essere chiamati è un onore. Essere mandati è un impegno.
A ogni convocazione succede una missione: «Io sarò sempre
con voi, e voi agirete in nome mio». Compito schiacciante, se lo
si considera sulle spalle dell’uomo. Non è energia umana,
è sin-ergia divino-umana. «Io sono con voi, non abbiate paura».
I compiti sono diversi, la missione è unica: far propria la causa
di Gesù, ciò per cui egli è vissuto e si è
offerto: il Regno di giustizia, amore, pace. Andate dovunque, su tutte
le strade e in tutti i luoghi. Occorre dare la bella notizia che tutti
attendono.
Preghiera
Gesù risorto, giunge confortante la tua promessa: «Io sono
con voi tutti i giorni». Da soli non siamo capaci di portare il
minimo peso con perseveranza. Noi siamo la debolezza, tu sei la forza.
Noi siamo l’incostanza, tu sei la perseveranza. Noi siamo la paura,
tu sei il coraggio. Noi siamo la tristezza, tu sei la gioia. Noi siamo
la notte, tu sei la luce. Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Dodicesima tappa
IL RISORTO SALE AL CIELO
Lettura (At 1,6-11)
Commento
C’è uno stretto rapporto tra terra e cielo. Con l’incarnazione
il cielo è sceso in terra. Con l’ascensione la terra è
ascesa al cielo. Costruiamo la città dell’uomo in terra,
per abitare la città di Dio in cielo. La logica della terra ci
fa rimanere terra-terra, ma non ci rende felici. La logica dell’ascensione,
invece, ci porta dalla terra al cielo: ascenderemo al cielo se faremo
ascendere nella vita della terra chi è umiliato e senza dignità.
Preghiera
Gesù risorto, sei andato a prepararci un posto.. Fa’ che
i nostri occhi siano fissi là dove è l’eterna gioia.
Guardando alla Pasqua piena, noi ci impegneremo a realizzare sulla terra
la Pasqua per ogni uomo e per tutto l’uomo. Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Tredicesima tappa
CON MARIA, IN ATTESA DELLO SPIRITO
Lettura (At 1,12-14).
Commento
La madre di Gesù, presente dall’inizio, non può mancare
al culmine. Nel Magnificat aveva cantato il Dio della pasqua che dava
alla storia un volto umano: «Ha rimandato i ricchi, ha deposto i
potenti, ha messo al centro i poveri, ha innalzato gli umili». Ora
veglia con gli amici di Gesù per l’inizio dell’aurora
nuova. Anche i cristiani sono in regime di veglia, con Maria. Essa ci
educa a tenere le mani giunte per saper tenere le mani aperte, le mani
offerte, le mani pulite, le mani ferite dall’amore, come quelle
del Risorto.
Preghiera
Gesù, risorto dalla morte, sempre presente nella tua comunità
pasquale, effondi su di noi, per intercessione di Maria, ancora oggi,
lo Spirito santo tuo e del Padre tuo diletto: lo Spirito della vita, lo
Spirito della gioia, lo Spirito della pace, lo Spirito della forza, lo
Spirito dell’amore, lo Spirito della Pasqua. Tu che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Quattordicesima tappa
IL RISORTO MANDA AI DISCEPOLI LO SPIRITO PROMESSO
Lettura (At 2,1-6).
Commento
Lo Spirito promesso viene e trasforma tutto quello che tocca. Tocca il
grembo di una vergine, ed ecco diventa madre. Tocca un cadavere umiliato,
ed ecco il corpo risuscita. Tocca una folla di uomini ed ecco un corpo
di credenti pronti a tutto, fino al martirio. La Pentecoste è il
soffio che dona slancio in un mondo piatto di mediocrità, monotono
e senza speranza nel futuro. La Pentecoste è fuoco, è entusiasmo.
Il sole che tramonta oggi spunterà più bello domani. La
notte non spegne il sole. Dio non ci pone nelle mani la soluzione ai nostri
problemi. Ma ci dà le mani per risolvere i problemi.
Preghiera
O Spirito Santo, che congiungi ineffabilmente il Padre e il Figlio, sei
tu che unisci noi a Gesù risorto, respiro della nostra vita; sei
tu che unisci noi alla Chiesa, di cui sei l’anima, e noi le membra.
Con sant’Agostino, ognuno di noi ti supplica: «Respira in
me, Spirito santo, perché io pensi ciò che è santo.
Spingimi tu, Spirito santo, perché io faccia ciò che è
santo. Attirami tu, Spirito santo, perché io ami ciò che
è santo. Fortificami tu, Spirito santo, perché io mai perda
ciò che è santo». Tu che vivi e regni nei secoli dei
secoli.
Professione di fede battesimale
A ciascuno dei partecipanti viene distribuita una candela. Il celebrante
accenderà la candela al cero pasquale e offrirà la luce
ai presenti dicendo loro:
C. Ricevi la luce del Cristo risorto.
T. Amen.
C. Il Battesimo è la Pasqua del Risorto partecipata all’uomo.
Concludiamo il nostro itinerario rinnovando le promesse battesimali, grati
al Padre, che continua a chiamarci dalle tenebre alla luce del suo Regno.
Segue quindi la rinnovazione della professione di fede battesimale (omettendo
le rinunce), secondo la formula riportata nel Messale Romano per la Veglia
Pasquale (MR pp. 179-182).
Riti di conclusione
Si conclude con una benedizione solenne. Si suggerisce il testo della
Domenica di Pentecoste (MR pp. 434-435).
|