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Gruppo di Collelongo
Il logo è stato concesso dal gruppo Shekinah di Torino
Questo movimento si prefigge di rivivere la pentecoste
come gli Apostoli duemila anni fa. Come Gesù disse a Nicodemo "bisogna
nascere dall’acqua e dallo Spirito per entrare nel regno dei cieli",
molti la chiamano la terza nascita cioè rinascere un’altra volta
dopo il battesimo, non in sostituzione al sacramento ma bensì rinascere
nello Spirito. La prima tappa del gruppo è l’effusione dello Spirito
nella quale si sperimenta la potenza dello Spirito Santo come a pentecoste.
Prima di fare quest’esperienza però è necessario un cammino di catechesi
dove viene spiegato ciò che si sta per ricevere. Dopo questa tappa il
gruppo continuerà il cammino con gli incontri di preghiera. L’incontro
di preghiera è una riunione durante la quale il gruppo si raduna
per l’incontro con il Signore, esso riveste un’importanza centrale nella
vita dei gruppi del Rinnovamento. La vita del gruppo, la sua crescita
dipende dalla riunione di preghiera, se veramente pone al suo centro il
Signore, cosi da aiutarci ad amare Dio e i fratelli.
"In qualunque luogo furono esiliati gli ebrei la Shekinah, per così
dire, andò in esilio con loro. Essi andarono in esilio in Egitto e là
andàò la Shekinah... Andarono esuli in Babilonia, ed essa
andò con loro... Andarono in Elam e la Shekinah li accompagnò... Quando
tuttavia torneranno, la Shekinah farà ritorno assieme ad essi"
la Shekinah - la "presenza effettiva" della divinità.
Egli ha messo la sua tenda, skené, tra di noi, è diventato shekinah
di Dio tra di noi, e ha fatto vedere la gloria, la presenza schiacciante
di Dio agli uomini. La gloria che abitava nella tenda dell’esodo (Es 40,34-38),
che abitava nel tempio (1 Re 8,10), ora abita nella carne del Figlio di
Dio. È una vera epifania. La shekinah diventa visibile, perchè la shekinah
è Cristo, luogo della presenza e della gloria divina. C’è chi ha
visto la gloria di Dio: l’Unigenito pieno di grazia e di verità; lui viene
a rivelarci il volto del Padre, l’unico che può farlo perché è
nel seno del Padre.
Infine, dal momento che sostiene il tabernacolo, l'altare maggiore ricopre
il ruolo della pietra shethiyah che sosteneva l' Arca. Il termine «tabernacolo»,
che significa «la tenda», designava presso gli Ebrei l'insieme composto
dal «Santo» e dal «Santo dei santi». L'attuale tabernacolo può essere
considerato, da questo punto di vista, come un adattamento del tempio.
Ma soprattutto esso ricorda, sia per le sue dimensioni ristrette che per
il suo ruolo, l'Arca (arca = cassa). Questa conteneva le Tavole della
Legge, la Verga di Aronne e una porzione di manna; là, fra i Cherubini,
si manifestava la Shekinah, la «Gloria» o la «Presenza» divina. E nel
tabernacolo cristiano è posta l'autentica Manna, il «Pane vivo disceso
dal cielo». In certe chiese si vedono delle «glorie»: un triangolo raggiante
che al centro porta il Nome divino ; si tratta di una materializzazione
simbolica della Shekinah. Infine, le piccole tende che si trovano davanti
al tabernacolo ricordano nello stesso tempo la tenda del deserto e il
velo che nascondeva il «Santo dei santi».
Gli incontri di preghiera si svolgono ogni venerdì alle ore 21.00
nella Chiesa Parrocchiale
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