Il Rito
 

La festa ha inizio all’imbrunire del 16 gennaio e tutta la famiglia si riunisce attorno al focolare e dice la “Rasione” ovvero il rosario con le orazioni al Santo. Si svolgeva in case antiche dotate di vecchi camini dove accendere il fuoco, alimentato con legna di ginepro, dai fumi aromatici, e da “Fascine” di legno “Marroche”. Nel camino viene posto un “Treppiedi” e su di esso un’enorme caldaia di rame “Cottora”, in cui viene messa a cuocere una grande quantità di granturco in acqua e sale “Cicerocchi”. Questo granturco veniva offerto da coloro che lo coltivavano alle famiglie che faceva la cottora. All’ora dei vespri, tutta la gente si recava in chiesa per la messa vespertina del Santo, finita la messa iniziava la festa, ovvero tutta la gente del paese andava in queste Cottore, per prendere qualcosa da mangiare. Nelle Cottore intanto erano cominciati i giochi come “La Cucucciara” per i bambini “Peccenara”, mentre i grandi ballavano sotto le note di fisarmoniche e “Arganette” armoniche. I più anziani invece stavano attorno alla Cuttora per girare i Cicerocchi di tanto in tanto, fumando la pipa “Tra i fume e i breccone” e bevendo un pò di vino, attorno al focolare. C’erano immagini del Santo circondate da numerose arance “Pertecalle” che simboleggia l’offerta primiziale. Il Sacerdote, alla sera, preceduto da un corteo di ragazzi con fiaccole e con strumenti musicali, si reca a ciascuna Cottora per benedirla. Sulle piazze centrali intanto all’inizio della processione vengono accesi i “Torcioni” enormi torce fatte con tronchi di quercia sezionati e riempiti di legname secco, che ardono tutta la notte. Questi avevano un fine pratico, servivano come punto di riferimento ai pastori che stavano con le greggi nelle zone limitrofe, li usavano come punto di riferimento. Usavano accendere anch’essi dei piccoli Torcioni nei propri accampamenti, così erano guidati dal Torcione grande verso il paese, finito il loro giro seguivano le luci dei propri torcioni per tornare nei propri accampamenti. Avevano lo scopo di segnalare le località di destinazione e di partenza. Il significato storico di questi alla festività del Natale, simboleggiando i fuochi dei pastori intorno alla capanna di Betlemme e la fine della buia notte “Et lux facta est”, infatti la festività del Santo si inserisce nel ciclo delle festività che cominciano con il Natale e finiscono col Carnevale. All’alba del giorno 17 inizia la distribuzione del granturco cotto durante la notte, tutti i membri della Cottora escono in corteo, con a capo una ragazza “Rescagnata” ovvero con un costume tradizionale antico di rara bellezza e portando in testa una Conca adornata con simboli e riferimenti alla vita e alle opere del Santo “Nfrellazzata”. Vengono portati recipienti pieni di Cicerocchi, verranno distribuiti poi a tutta la popolazione. A distribuzione avvenuta, viene celebrata la messa solenne in onore del Santo. Nel pomeriggio si benedicono gli animali, dove un tempo i proprietari di pecore, mucche e asini si divertivano ad adornarli con coperte ed altri indumenti buffi. Poi iniziano i giochi popolari: il palo dalla cuccagna, le pignate etc… “Quando queste tradizioni si conservano, non vanno osservate come elementi di un mondo residuo, arcaico, che non hanno più significato. Ne hanno uno in particolare attraverso il quale conserviamo il volto delle creature umane. Fin quando ci saranno uomini che credono nelle loro cose, noi avremo un mondo di uomini. Quando questi uomini non avranno niente in cui credere, avremo un giardino zoologico.” Prof. Di Nola nella conferenza su Sant’Antonio 1982.