Nella Francia fortunata
In città di Mompelieri,
Tra baroni e cavalieri,
Nacque il Principe d’amor.
Rit
Viva viva sempre evviva
Viva il nostro Protettore,
Collelongo pien d’ardore
L’ha voluto venerar.
Fè prodigio il Sommo Dio
Tutto il mondo ebbe stupore,
Una crocetta sopra il cuore
Questo pargolo fregiò.
Poi crescendo forte e bello,
nel sacrario della casa,
la grand’alma ebbe pervasa
di sapienza e carità.
Fatto giovane a vant’anni,
Eredito l’asse paterno,
Ascoltando il Verbo Eterno,
Tutto ai poveri donò.
Camminando alla ventura,
Si vestì da pellegrino,
Come un misero tapino,
L’Alpi italiche varcò;
Ed in mezzo agli appestati,
Di Cesena, Acquapendente,
Salva fece tanta gente
Da quel morbo distruttor.
Per aver degli altri cura
Della peste è contagiato:
Nel tugurio abbandonato
Ei languisce e forse muor.
Ma il buon Dio che tutto vede
Non lo lascia al suo destino:
un fedele cagnolino
Manda a dargli da mangiar.
E contento e rassegnato
Ei col mal suo lotta:
Di quel cane la pagnotta
Or lo viene a sostentar.
Il padrone di quel cane
Di Piacenza era signore;
Dalla casa uscendo fuore,
La bestiola seguitò;
E raggiunto il vil tugurio,
Che era fuor dell’abitato,
Rocco Santo contaggiato
Fra gli spasimi trovò.
Conosciuto il derelitto
Essere Principe di sangue,
Tosto in cuor si pente e langue,
E San Rocco egli imitò.
Da quel mal guarito appena,
Nell’Italia s’incammina,
Per Potenza in Lui divina,
Dalla peste altri salvò.
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Poi tornato in Mompelieri
Per soccorrer la sua gente,
Come vile delinquente
Quelle carceri provò.
E gran tempo qui vi stette
Perdonando ai suoi nemici:
Forse i giorni più felici,
Rocco Santo qui passò.
Ma ridotto in fin di vita,
Ecco, il corpo è tutto gelo!
La grand’Alma sale al cielo,
Per goder l’Eternità.
E da tutti i campanili,
Dalle guglie e dalle altane;
Sole, a gloria, le campane,
Suonan festa in terra e in ciel.
Tutto il popol si riscuote:
È un singulto, un grido, un pianto.
Dicon tutti: È morto il Santo,
Rocco, il principe d’amor!
Ma se dunque la Tua vita,
Di miracoli fu piena,
Or, San Rocco, dammi lena
Per poterti ringraziar.
Sopra il nostro Collelongo
Spandan grazie le tue mani:
Sui devoti Trasaccani
Che a te chiedono mercè.
Benedici i nostri figli
Nell’America lontana,
Ei dall’alma ardente e sana
Grande festa fan per te.
Benedici i nostri campi,
Le speranze nostre in terra:
Porta pace dov’è guerra
O San Rocco Protettor!
E consola i nostri infermi
Sopra il letto di dolore:
Verso il misero che muore
Volgi ancor la tua pietà.
Per i buon Collelonghesi,
Stanti in Roma, in Avezzano,
Faccia piover la tua mano
Grazie e fior di carità.
Per i figli derelitti
Spersi in guerra e prigionieri,
O San Rocco i tuoi pensieri
Tu gli volga e il nostro amor.
Quando noi da questa terra
Sciolti, al ciel prendiamo il volo,
Rocco Santo allor tu solo
Ci potrai certo salvar.
Rit
Viva viva sempre evviva
Viva il nostro Protettore,
Collelongo pien d’ardore
L’ha voluto venerar.
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